lunedì 31 marzo 2014

SCATOLAUTORI: Spartaco Albertarelli

Scritto dal Setto

Buon giorno amici di OggiGiocoA.
Per iniziare bene questa settimana lavorativa (che sarà lungaaa in attesa del PLAY)vi posto l'intervista che Spartaco Albertarelli ci ha gentilmente concesso.
Buona lettura .


OGA- Ciao Spartaco grazie della tua disponibilità, sei uno degli autori italiani più importanti, ma presentati a chi non ti conosce ?
SPARTACO-Sono nato nel 1963, faccio il game designer di professione, ma nella mia vita professionale ho avuto modo di occuparmi in prima persona non solo dei
giochi ideati da me, ma anche di molti titoli famosi, come Risiko, Monopoli, Scarabeo e Dungeons & Dragons, in veste di product manager. Ad oggi ho
pubblicato più di 150 giochi, alcuni dei quali tradotti in molte lingue e distribuiti in numerosi paesi del mondo.

OGA- In che modo ti sei avvicinato ai GDT, e quanti anni avevi ?
SPARTACO-Il gioco è sempre stato una grande passione, come per molti ragazzi. Sin da quando avevo poco più di 10 anni sono rimasto affascinato da questo mondo
e ho iniziato a studiarlo anche da un punto di vista storico e culturale. Non c'è una data di inizio, semplicemente non ho mai smesso di giocare.

OGA- Hai vissuto diverse epoche di gioco, secondo te quale è stato il periodo più fiorente del gioco italiano?
SPARTACO-Sicuramente quello che stiamo vivendo in questo momento. Mai, da quando mi occupo di giochi, ci sono stati così tanti autori italiani e tutti molto
validi. Se il mercato italiano resta uno dei più piccoli, lo stesso non si può dire della "scuola italiana", che poco alla volta si è ritagliata uno
spazio importante a livello internazionale. Nelle mie prime esperienze alla fiera di Essen, gli italiani si potevano contare sulle dita di una mano,
oggi sono un vero e proprio esercito.

OGA-Nel 1987 cominci a collaborare con Editrice Giochi, che curriculum vitae avevi presentato?
SPARTACO-Nessuno in realtà. Ho iniziato a lavorare in EG per puro caso, per una serie di coincidenze fortunate e un incrocio di situazioni e di persone che ha
fatto sì che mi trovassi nel punto giusto al momento giusto. Ero destinato alla carriera giornalistica (mio padre era un inviato e io avevo il
tesserino da giornalista in tasca), ma mi sono trovato nella condizione di poter scegliere fra la strada più facile e quella più affascinante. Da buon
giovane stolto ho scelto la strada più difficile, ma alla fine quella scelta apparentemente azzardata si è rivelata quella giusta, perchè ancora oggi
posso dire di svegliarmi ogni mattina con il piacere di iniziare una giornata di lavoro.


OGA-Ti ricordi che ambiente avevi trovato,se la matematica non mi inganna, avevi solo 24 anni?
SPARTACO-EG stava vivendo un grande cambiamento interno. Il capostipite e fondatore dell'azienda, Emilio Ceretti, era sul punto di lasciare la gestione ai
figli. Lui è stato un vero genio nel suo genere, un uomo capace di cogliere le opportunità come nessuno al mondo, ma in azienda non esisteva un vero e
proprio ufficio di Ricerca e Sviluppo. I figli, che avevano più o meno la mia stessa età, decisero che l'azienda avrebbe dovuto dotarsi di questa
struttura e io ne divenni il primo membro. Poi arrivò Marco Donadoni che assunse la direzione dell'ufficio. Quando lui lasciò EG, il ruolo passò a me
e così, a 30 anni, mi trovai con un contratto da dirigente presso la più importante azienda produttrice di giochi da tavolo italiana.


OGA-Quando progetti un tuo gioco, un gioco che non ti è stato commissionato, a che pubblico ti piace puntare ?
SPARTACO-Nella mia carriera ho fatto un po' di tutto, da giochi per bambini fino a giochi di ruolo. Progettare giochi significa avere sempre in mente le
persone che poi giocheranno, quindi non esiste un pubblico preferito. Io cerco, nel limite delle mie capacità, di realizzare giochi un po' per tutti.

OGA- Durante il tuo intervento al Politecnico , hai detto una cosa che mi ha affascinato, creare un gioco non è altro che rendere difficile una cosa apparentemente facile, così da impegnarti a trovare una soluzione ( tu hai usato l'esempio del golf) nella tua carriera quale tuo gioco ha
rispecchiato al meglio questa filosofia?
SPARTACO-Più che alla progettazione, io mi riferivo proprio al gioco in quanto tale. Quello che ci piace del gioco è l'idea di superare una difficoltà seguendo
delle regole anziché delle scorciatoie, come invece facciamo nella vita di tutti i giorni. Freud diceva che "il contrario di gioco non è ciò che è
serio, ma ciò che è reale" e dato che la realtà è governata dalla pigrizia ecco che il gioco propone delle "fatiche", che si trasformano in sfide.

OGA-Che giochi ami giocare?
SPARTACO-Un po' di tutto per la verità, anche se ormai, per deformazione professionale, gioco più per analizzare singole meccaniche che non per giocare nel
senso classico del termine. Mi piace variare, provare cose nuove, sperimentare. Insomma sono inevitabilmente curioso, una caratteristica essenziale
per chi fa un lavoro creativo.

OGA-Nel 1995 nasce Kaleidos, possiamo definirlo il gioco che ti ha dato più soddisfazioni?
SPARTACO-Sicuramente è quello che mi ha dato più notorietà a livello internazionale. In giro per il mondo, se mi devono presentare a qualcuno dell'ambiente che
magari non conosco, lo fanno dicendo "è quello che ha inventato Kaleidos" e, quasi sempre, l'interlocutore risponde facendo capire di sapere
esattamente di cosa si stia parlando.

OGA-Ricordi un aneddoto legato a Kaleidos?
SPARTACO-Beh, il più divertente e certamente accaduto quando nel 2008 è uscita la nuova edizione (quella che è in commercio oggi) e un giorno l'editore mi ha
chiamato tutto orgoglioso perchè il gioco era in finale per vincere l'As d'Or a Cannes. Io gli risposi "Matthieu, è una splendida notizia, ma non
esiste alcuna possibilità che si possa vincere", "Perchè mai?" mi chiese stupito e io "Perchè l'ho già vinto Matthieu!". La prima edizione di
Kaleidos, uscita nel 1995, aveva vinto nel 1996 l'As d'Or come miglior gioco dell'anno in Francia nella sua categoria, quindi credo che Kaleidos sia
forse l'unico gioco ad essere entrato due volte come finalista per lo stesso premio.

OGA-Continuando con Kaleidos, è una soddisfazione vederlo nel catalogo punti dell'Esselunga ora anche chi non è appassionato ha modo di provare un GDT, hanno cercato loro il prodotto o siete stati voi a proporvi?
SPARTACO-Il gioco è distribuito in Italia da Oliphante, del mio carissimo amico Gianfranco Fioretta. Non è stato direttamente lui a presentarlo in Esselunga,
ma è certamente grazie al suo straordinario e certosino lavoro se il titolo è arrivato nelle mani giuste al momento giusto.

OGA- Kaleidos da il nome anche alla tua casa editrice, spiegaci come è nata e di cosa si tratta ?
SPARTACO-Qualche anno fa collaborai alla nascita di una piccola casa editrice chiamata KidultGame, fondata da un amico. Dopo una partenza più che buona, con
una serie di titoli che ricevettero ottime recensioni (fra i quali DiceRun, che ho giusto ripresentato quest'anno, e Coyote, che è passato da diverse
case editrici, ma continua ad essere sul mercato) le cose iniziarono a prendere una piega negativa e alla fine l'amico decise di chiudere l'azienda.
Il gruppo che ne costituiva l'ossatura creativa decise però di proseguire autonomamente e così decisi di dare vita a uno studio di progettazione che
prese il nome proprio da Kaleidos, il primo titolo che avremmo dovuto progettare insieme, sviluppando una riedizione del gioco del 1995 il quale, nel
frattempo, non era più in commercio. Inizialmente non avevo alcuna intenzione di fare il passo ulteriore verso la produzione, ma alla fine ho deciso
che nella mia carriera mi mancava questa fondamentale e difficile esperienza e così eccoci qui.

OGA-Andando sul sito della Kaleidos Game ho visto "Count2ten" raccontaci di cosa si tratta?
SPARTACO-Si tratta di un semplice gioco di abilità multigiocatore per iPad, sviluppato in collaborazione con il prof. Pier Luca Lanzi del Politecnico di
Milano, che si è occupato della parte di programmazione. Si tratta di un esperimento, che utilizza l'iPad come strumento di gioco collettivo. Lo scopo
del gioco è molto semplice: tutti mettono il dito sullo schermo e quando parte il timer bisogna contare 10 secondi e poi sollevare il dito. Chi si
avvicina di più ai dieci secondi esatti si aggiudica la manche. Già così è tutt'altro che facile, ma giusto per restare fedeli al fatto che un gioco è
in primo luogo una sfida a fare in modo complesso una cosa semplice, i giocatori vengono distratti da una serie di effetti acustici e luminosi.

OGA-Ti sei avvicinato al mondo dei "tablet" per una tua passione, o perché lo reputi il futuro dei giochi ?
SPARTACO-I tablet sono dei piccoli tavoli da gioco e, diversamente dai PC o dalle consolle, si prestano in modo straordinario a sviluppare quelli che potremmo
definire video-boardgame, giochi elettronici, ma studiati con dinamiche non dissimili da quelle dei giochi da tavolo. Io sono sempre stato affascinato
dai videogiochi e non li ho mai considerati dei "nemici" dei giochi da tavolo, anche quando l'opinione pubblica li vedeva come una minaccia alle sane
tradizioni di una volta. Ho sostenuto questa tesi per anni e oggi mi trovo a progettare giochi per tablet esattamente come sviluppo un boardgame.
L'esempio più evidente è proprio il recentissimo Da Vinci's Art of War, che parte da un gioco da tavolo intitolato Magnifico e poi si sviluppa e si
evolve in formato elettronico (nel momento in cui scriviamo questa intervista è uscito solo per iPad, ma altre versioni seguiranno a breve). Un
progetto che mi sta dando enormi soddisfazioni e che è stato tradotto in numerose lingue, russo e cinese compresi.

OGA-Domanda che vale sia per i GDT che per la versione "tablet", quando crei un gioco lo fai principalmente da solo o hai dei collaboratori?
SPARTACO-Le due cose insieme. Un gioco come Kaleidos vive al 90% del lavoro degli artisti che realizzano le tavole illustrate. Senza di loro (nello specifico
Elena Prette, Marianna Fulvi e Valentina Mendicino) il gioco non esisterebbe proprio. Io posso aver avuto l'idea, ma poi sono loro le vere
protagoniste del successo del gioco. In altre occasioni, invece, il lavoro è più solitario, perchè magari nasce dalla classica idea che ti viene in
mente mentre ti stai facendo la barba. Generalmente, però, a me piace il lavoro di squadra.

OGA-Stai lavorando a qualche nuovo GDT?
SPARTACO-Ovviamente :) A più d'uno, come sempre, senza contare i progetti destinati a restare magari per anni in un cassetto, prima di trovare la loro strada
commerciale. Le prossime uscite saranno più giochi di carte che non boardgame tradizionali, ma ci sono anche altri video progetti che sono in rampa di
lancio, un paio dei quali potrebbero essere veramente grosse produzioni, che mi impegneranno molto.

OGA-Come vedi ora la scena del gioco italiana?
SPARTACO-Non è mai stata più florida di oggi, anche se le difficoltà generali della nostra economia e forse una produzione quantitativamente eccessiva rendono
faticoso la durata sul mercato delle nuove uscite. Seguendo quella che è la caratteristica dei videogiochi, anche il mercato dei GDT consuma le novità
a ritmi sempre più rapidi. Si fa fatica a lavorare nel tempo, perchè i negozianti vogliono sempre titoli nuovi.

OGA- Ultima domanda, hai a disposizione tutti i giochi del mondo e una scelta : Oggi Giochi A ?
SPARTACO-Dipende da chi viene a casa mia quella sera. Io non cerco mai di far giocare quello che piace a me, ma solo quello che può essere più adatto al
pubblico di quel momento. E' una deformazione professionale, ma nel mio modo di intendere il gioco, i giocatori sono sempre al centro. Non devo
costringerli ad apprezzare quello che può piacere a me, perchè i miei gusti sono fortemente influenzati dalle mie conoscenze. Dico sempre che i giochi
sono come il vino: non apro una bottiglia di barolo se in tavola ci sono gnocchi fritti e tigelle. Per quelli molto meglio un bel lambrusco,
possibilmente secco. La bottiglia di quello prezioso me la tengo per quando viene un amico che sa apprezzare quel tipo di vino. Posso passare una
serata divertendomi giocando a Bao, su un tavoliere in legno che ho preso direttamente a Zanzibar, ma lo stesso divertimento lo posso provare se tiro
fuori Tabù. Se i miei ospiti sono contenti, lo sono anch'io.

VORREI RINGRAZIARE SPARTACO PER LA SUA DISPONIBILITA' E PER AVER CREDUTO NELLA CRESCITA DI QUESTO PROGETTO.
VI RICORDO DI METTERE IL "MI PIACE" SULLA PAGINA FACEBOOK, TROVERETE IL BANNER NELLA HOME PAGE.

1 commento:

  1. Queste interviste sono una più interessante dell'altra. L'ultima risposta mi ha lasciato un di stucco. Può sembrare una risposta banale, ma da questo tipo di risposte si vede la conoscenza profonda che Spartaco Albertarelli ha per i giochi da tavolo. Ognuno di noi penserebbe subito al suo titolo preferito, ma i giochi da tavolo sono prima di tutto giochi di società, giochi che hanno valore solo attraverso l'incontro con gli altri.
    Ripeto sembrano banalità ma sono cose fondamentali che spesso passano inosservate come se non avessero valore

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